Quello che mi ha insegnato la malattia è stato il ricominciare daccapo

Una malattia autoimmune mi ha insegnato che  fare un qualcosa da professionista, avere chiarezza di come fare le cose, avere “tutte le risposte”, rischia di far perdere il collegamento con quello che è il “problema” che esiste ancor prima delle “domande”. Il problema è all’inizio. Il problema è ancora prima del percorso. E poi è anche nel percorso stesso. Il problema è nella fatica iniziale di arrivare a percepire, intuire, vagamente capire e poi, successivamente, possedere il desiderio di cantare (o comunque fare qualcosa) e infine di autorizzarsi a farlo.

E il problema è duplice.

Prima parte del problema – Non ci diamo il permesso

Da una parte di chi non ce la fa neanche ad iniziare. Chi non ha il coraggio neanche di mettercisi. Di provare, di iniziare. Chi non ha il coraggio neanche di sognare e quindi finisce per raccontarsi storie. E finisce per crederci: “questa cosa, dopotutto non è così importante… in fin dei conti c’è qualcosa di più importante, e poi… “con la cultura non si mangia”… (per citare una ahimè autorevole fonte). E così, nel nostro piccolo, nella nostra normalità, non è raro che non ci capiti di sposare questa stessa mentalità/scusa. Certo, diciamoci la verità, certo che esistono cose senza dubbio più importanti del puro imparare a cantare…. se ho soldi da investire, li investo su qualcosa altro, e se non ne ho poi così tanti, di soldi, darò naturalmente sempre la precedenza a qualcosa di più contingente.Ecco. Una parte del problema è che forse non ci autorizziamo a darci questo permesso. Il problema è che non ci autorizziamo a crederci. Ci diamo un sacco di motivi/scuse per cui…. non abbiamo tempo, c’è qualcosa di più urgente, non ho i soldi, eh magari se potessi… O, infine, il motivo pratico e concreto (non una scusa, in questo caso) del sentirsi a disagio semplicemente nel farlo.

Piccola, fondamentale, digressione….”]Diciamo, per inciso, che, ovviamente, non sto assolutamente incoraggiando la nascita di milioni di nuovi professionisti del canto. Anzi! Io personalmente scoraggio molti di quelli che si avvicinano al canto partendo con sogni di facile successo. Non perché non sia il caso di inseguire un sogno, ma perché, a causa di programmi televisivi, reality vari, ecc. si è un po’ perso, da un lato, il senso del divertimento nel cercare di acquisire la propria competenza vocale, e dall’altro lato il senso vero del lavoro che è necessario per raggiungere le competenze richieste…. La scoperta della propria voce è un percorso di libertà individuale, totalmente staccato dal perseguimento di una carriera. Quest ultima non è esclusa, ma non è neanche una naturale e necessaria convenienza…. E ora, torniamo al nostro discorso.

Se poi invece mi rendo conto che… “Perché no? Perché poi non dovrei almeno tentare?” Ecco qua che io ho la soluzione a questa prima parte del problema:

  • la soluzione – per quanto riguarda la spesa –  è nell’eBook sul belting che ho scritto e che è gratis e nella versione gratuita del Corso di Canto
  • La soluzione del tempo necessario da dedicarsi e che non sembra mai esserci è che, 1) per l’eBook, una volta che te lo sei scaricato lo puoi tenere con te nel telefonino e provare a leggerlo e a mettere in pratica le cose che sono suggerite nei momenti morti della giornata in viaggio, in macchina, mentre cucini, in bagno… Mille opzioni diverse utilizzabili. 2) Per il Corso Gratuito… Idem! Lo trovi a tua disposizione SEMPRE. Basta collegarsi da un qualsiasi mezzo (telefono, tablet, computer) e riguardarlo ogni volta che si desidera.

Quindi, tutte quelle giustificazioni/scuse che ci diamo per non riuscire, in questo caso sono tutte risolte. Non c’è più mancanza di tempo, di priorità, di soldi…. Se io lo posso fare in momenti che altrimenti sarebbero “morti” e se non ho pagato niente…. sono davvero apposto. Posso anche scaricare l’ebook adesso e poi, magari, ricordarmelo tra un anno… E’ mio! E’ li posso prenderlo quando voglio…… E il Corso? IDEM!

Seconda parte del problema – Non sapere come fare

Ma la seconda parte del discorso che mi interessava affrontare è quella più importante. Quella a cui tengo di più. Ed è il fatto di aver capito io proprio per esserci passata nuovamente in prima persona. Ed ho capito il percorso ed il processo dell’apprendimento e di tutti gli ostacoli che si incontrano, così completamente sotto una luce nuova.

Io ho una malattia autoimmune e qualche tempo fa, questa malattia, per alcuni versi,  mi ha creato non pochi problemi per cantare e per insegnare. La stanchezza – cronica in questo tipo di malattia – e un certo tipo di debolezza muscolare, mi rendevano molto difficile fare lo stile di vita che io normalmente faccio: cioè andare, spostarmi, fare molti chilometri, insegnare per tantissime ore; parlando e cantando (che sono due cose che insieme sono un po’ killer per la voce) per lunghe ore, sovrastando rumori, con tantissime persone, molto spesso lezioni di gruppo… Quindi, molto faticoso.

Ecco perché sono grata a questa malattia

Si, è vero. Sono grata. Mi ha cambiato la vita. La malattia mi ha cambiato la vita perché mi ha aiutato a capire, mi ha aiutato a reagire…. Ma andiamo per gradi. Bene, che è successo? L’anno scorso io ho completamente perso la voce. Ed è questo il punto. La meraviglia, se la guardo con gli occhi di adesso. “Grazie” a questa malattia, io mi sono trovata nello stesso punto (anche se partendo da una posizione molto diversa, certo) in cui si trovano tutte quelle persone – forse anche tu che stai leggendo – che sentono di dover quasi scalare una montagna al solo pensiero di dover provare a cantare. Cosa ho fatto? Certo, lo sconforto inizialmente, è stato davvero enorme. Ma non è nel mio carattere l’arrendermi o il perdere la speranza. In più, partivo avvantaggiata. Perché le conoscenze le avevo già, contrariamente a chi inizia da zero…. Così, con la mia conoscenza e con i miei mezzi, ho cercato di farmi strada attraverso le difficoltà e ho fatto di me stessa una specie di cavia. Ho cercato idee, metodi, spunti, esercizi nuovi che funzionassero per me. Non per me in quanto malata o in quanto persona con una voce “diversa”, come se questo fosse un metodo che funziona per le persone che hanno dei “problemi” fisici. No – In realtà questo metodo funziona per tutti – Ma per me in quanto persona che doveva ricominciare daccapo.

La soluzione…

Quello che è valido, alla fine, è tutto il percorso di ricerca che io ho fatto per arrivare a capire. E’ lì che ho notato la differenza. La differenza tra studiare per diventare professionista, studiare per sapere e condividere e studiare per CAPIRE. PER CONOSCERE. PER IMPARARE PER SE’…. Studiare partendo dal Problema. E trovando la soluzione. E’ lì che ho capito veramente cosa affrontano gli studenti che iniziano, o quelli che vengono da anni di tentativi e fallimenti e si trovano nel timore o nello scoraggiamento.

Io ce l’ho fatta. E facendocela ho ritrovato la voce. E ho trovato una rinnovata passione nella trasmissione dei miei percorsi. E ho capito che, se ho risolto i problemi per me, e ho trovato le risorse, ho trovato le risposte, ho trovato le soluzioni, ho trovato la risorsa dell’utilizzo dell’immaginazione quando la competenza fisica era scarsa, come aiuto e supporto alla conoscenza tecnica, ecc. allora, dicevo, ho capito che tutti, tutti, tutti possono farcela.

…. ve la regalo

Ed ecco qui la risposta all’ultima scusa: che era quella del “non sono capace”, “sono stonato” “è meglio se sto zitto”… “bla bla bla”….. La soluzione è qui. E io ve la regalo. La regalo.

Prendete il libro. Scaricatelo. E’ gratis. Ditelo a chi vi pare. Leggetelo, giocateci, pasticciate un po’…. E poi fatemi sapere. Sono così tanti gli strumenti che insieme possiamo esplorare!

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Buona lettura,

con affetto